Art deco in Lituania

Il modernismo in architettura in Lituania necessita di una breve premessa storica: dovendoci occupare di un periodo in cui Vilnius, la capitale storica della Lituania era stata occupata dalla Polonia. Questa la differenza tra città, pur nella caratteristica comune di un’urbanistica fortemente ecologica.

Quindi dobbiamo volgerci a Kaunas, che, promossa capitale provvisoria, dovette sviluppare velocemente un’architettura degna di una capitale, nel periodo detto tarpukaris, cioè tra le due guerre mondiali: dal 1918 al 1940. E, benché ci siano esempi notevoli del modernismo fuori da Kaunas, è qui che dobbiamo obbligatoriamente volgere la nostra attenzione, tanto che al turista Vilnius si offre in primo luogo come città barocca, e Kaunas come modernista, con magnifici esempi liberty, déco, neoclassici, razionalisti, ecc.  in un mèlange spesso peculiare, per l’attenzione al design. Questo ha le basi in un’antichissima civiltà, che risale addirittura alla mitologia preistorica, le cui tradizioni sono durate fino all’invasione sovietica (1940), secondo l’archeologa Marija Gimbutas. Serpenti e tulipani stilizzati sono visibili ancora oggi nei tessuti folkloristici. Queste stilizzazioni, valide a livello simbolico, si possono rintracciare anche nell’architettura.

Si prenda come esempio l’edificio della posta centrale, laisvės al.102, del 1931, architetto F. Vizbaras. Per quanto molto danneggiato dall’incuria e dal vandalismo sovietico, l’edificio presenta sia all’esterno che all’interno motivi tipicamente lituani. Numerose furono le costruzioni per edifici religiosi, come la chiesa del Sacro Cuore di Gesù (1938), in Juozapavičiaus pr. 60, architetti Šalkauskis, Kopylovas, Netyksa il tempio degli Evangelici Riformati (1940), architetto Reisonas, in Ožeškienės g. 41, e la moschea dei Tartari (1933), Totorių g. 6,  architetti Michnevičius e Netyksa.

Tuttavia il più importante edificio sacro di Kaunas modernista è la chiesa della Resurrezione (1933-1940) dell’architetto Reisonas, in Žemaičių g. 31. Resurrezione intesa sia come quella del Cristo, sia della nazione lituana.

Pregevole pezzo d’architettura e l’albergo “Lietuvos Viešbutis, (1925), dell’architetto Dubeneckis, in Daukanto g.21.  Nella facciata  l’architetto cercò, in un tentativo quasi neobarocco il ricordo delle antiche dimore nobiliari lituane (dvarai), pur mantenendo le caratteristische del primo Novecento. Al pianterreno c’è il risorante “Metropolis”,  (1899), architetto l’ing. Andrejevas, importante luogo di aggregazione culturale, tanto da divenire nel 1922 sede del Minstero degli Esteri.  Altri ritrovi furono “Versalis”, “Pale Ale”, “Konradas”, “Monika”, “Aldona” , con una movida cosmopolita difficilmente immaginabile oggi dopo il grigiore sovietico: la “pop” musica di Dolski e dei suoi colleghi, che era suonata al Metropolis, era stata influenzata dalla musica ebraica, russa, tedesca, zigana,  rumena, confermando l’apertura anche popolare ad esperienze diverse, tradizione già del Granducato lituano. Musiche, quelle del Metropolis, che si sarebbero potuto ascoltare a Berlino, Parigi, Varsavia, San Pietroburgo. Tutto un mondo scomparso con l’invasione sovietica, come si diceva.

Tuttavia questo cosmopolitismo non cancellò le esgenze della cultura nazionale; anzi le rafforzò: una prova è   la “Meno  mokykla ir laikinoij M.K. Čiurlionio galerija”, (1923,1925), architetto Dubeneckis, in Maskevičiaus g. 27, per celebrare il maggior pittore e musicista della Lituania, Čiurlionis, appunto.

Così importantissmo per la cultura è naturalemnte il teatro “Valstybes teatras”,(1925, 1930, 1982), architetti Golinevičius, Dubeneckis, Songaila, Landsbergis. In Laisvės al.91. All’esterno, una facciata neobarocca in una costruzione déco, corrisponde un interno ricco di motivi lituani. Il teatro fu sede di avvenimenti politici, tanto che per protesta Romas Kalanta, e come i monaci  buddsiti nel Tibet occupato dalla Cina e come Jan Palach, si bruciò vivo daavnti ad esso.

L’economia della Lituania di allora trovava riferimento nella “Lietuvos Bankas” (1929), architetti Songaila e Vizbaras, all’incrocio tra Maironio g. 25 e Donelaičio g. 85. Notevole specialmente il ricchissimo interno: marmi, bronzi, cristalli voglione dare l’idea delle ambizioni dello Stato.

Numerosissime le interesseanti costruzioni per abitazioni private del periodo, oltre ad altri importanti edifici pubblici, di cui non si può dare qui conto purttoppo, per mancanza di spazio. Lasciamo al turista volonteroso scoprire i tesori di quest’epoca: ci sono in commercio ottime guide anche in inglese per questo scopo.

In conclusione, però, si devono sottolineare due aspetti: come lo stile liberty, in quanto stile internazionale, venne osteggiato dai nazionalismi che sorgevano in tutto il mondo, e che avrebbero portato alla catstrofe delle guerre mondiali,mentre nei Paesi baltici, come per esempio a Riga, fu fecondissimo. E poi l’avvento del totalitarimso cercò di sventrare, volendo distruggere tutto, anche l’architettura della Lituania.

Un esempio è il centro commerciale “Merkurijus” di Kaunas, costruito dal governo sovietico sopra un monumento lituano, e oggi demolito. Che la nuova Lituania somigli sempre più all’antica, non solo di questo periodo, il Tarpukaris, 1918-1940, ma anche nel ricordo dei lascitri culturali del Granducato, come l’apertura culturale, è storia di questi giorni che vanno verso il nuovo nel rispetto dell’antico; atteggiamento questo, tipico dell’architettura, e quindi della mentalità, lituana.

Il 12 di Aprile, 2018 a Milano in Palazzo Lombardia, Piazza Città di Lombardia 1, Milano si terrà un convegno “Anima del moderno: Lituania 1918-1940” e l’inaugurazione della mostra “Architettura dll’ottimismo” , organizzata dalla Comunità Lituana in Italia.

Autore: Claudio Barna

Photo Credits: art deco kaunas

 

 

 

 

 

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