La natura alla Biennale d’arte di Venezia

Il rapporto tra natura e la Biennale d’arte di Venezia inizia proprio dall’arrivo nella parte della città riservata all’esposizione: i Giardini. Già il nome è rivelatore: ci si aggira tra i padiglioni nazionali nell’area riservata al verde. Si potrebbe opporre che la costruzione stessa dei padiglioni ha sottratto parecchio verde alla comunità veneziana. Ma anche questo non sfuggì alla sensibilità artistica, almeno di alcuni: infatti, il Padiglione Nordico fu costruito attorno agli alberi, che non furono tagliati, e rimangono tuttora all’interno del padiglione.

Naturalmente, all’interno dei Giardini non si esaurisce l’offerta espositiva dei padiglioni nazionali. Alcuni Stati, infatti, come l’URSS, o la Jugoslavia, che ora non esistono più, comprendevano diverse nazioni, che ora espongono disseminate per la città. Per chi fosse interessato, il padiglione dell’URSS passò alla Russia, e quello della Jugoslavia alla Serbia.

Delle tre arti, pittura scultura e architettura, in cui si soleva ripartire l’arte figurativa, è dedicata all’architettura la Biennale degli anni pari, come il 2016, altrimenti, negli anni dispari, come questo, il 2017, alle belle arti in generale.

Anche nell’esposizione d’architettura possiamo ritrovare qualcosa del legame tra arte e cultura: il considerare gli elementi fondamentali dell’abitazione potrebbe portare a credere che la ricerca di ambienti che stimolino al contatto con la natura sia più rivolta agli interni, nelle nostre città, con case che raramente concedono una seppur minima visione del verde. Un vaso di fiori, o una pianta. Può essere vero anche come arte gestuale: in Lettonia, ad esempio, c’è l’uso di portarsi un mazzo di fiori persino nelle camere d’albergo.

Eppure, la storia dell’architettura ci ricorda che alcune parti dell’abitazione avevano una funzione speciale, perché in contatto con elementi specifici della natura. Si pensi al tetto. E’ la parte della casa a diretto contatto con il cielo, e quindi di massimo interesse, tanto che ogni civiltà ha avuto il suo particolare modo di vedere, o di decorare, il tetto. Un tetto tradizionale cinese è assolutamente diverso da uno indiano, e anche in Europa, un tetto bavarese è diverso da uno lituano. La cultura, la religione e la metafisica di una popolazione influiscono inevitabilmente.

Per questo, tra le suggestioni che riportiamo da una visita a una vasta mostra come può essere la Biennale di Venezia, la concezione dell’uomo e del suo rapporto con la natura è fondamentale.

Claudio Barna

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